Abbiamo ideato il premio Qobuzissime proprio per mettere in luce i talenti emergenti come gli Honeyglaze. Nati nella rinomata scena musicale di South London, gli Honeyglaze sono guidati da Anouska Sokolow, con Tim Curtis al basso e Yuri Shibuichi alla batteria. La band si è formata durante i giorni difficili della pandemia, sviluppando un sound che può essere caratterizzato come sincero, dinamico e tenero. Gli Honeyglaze hanno debuttato per l’etichetta Speedy Wunderground di Dan Carey, che ha lanciato altri gruppi punk londinesi come Black Midi e Black Country, New Road, ma con il loro sound grezzo e diverso si distinguono dal panorama punk londinese in generale.
Mentre molti gruppi punk spingono la complessità al limite per creare drammaticità, Real Deal si distingue per la sua moderazione. Gli Honeyglaze non si affidano alla forza bruta per creare tensione, ma creano degli arrangiamenti intorno alla profondità dei testi di Sokolow, con le parti strumentali finemente realizzate. La traccia d’apertura, Hide, lo dimostra, a partire dalla raffica di colpi di chitarra e batteria; tuttavia, è il basso profondo di Curtis a sostenere la canzone, costruendo la tensione attraverso la melodia piuttosto che con lo shock.
Tra gli elementi fondanti dell’album vi è appunto la voce di Sokolow, che in Cold Caller passa da melodie malinconiche a confessioni crude. È possibile percepire le delicate emozioni che trapelano da brani più tranquilli come I Feel It All, prima di tornare nuovamente alla foga con Ghost.
Un vero e proprio punto di forza è Don’t, una masterclass nella costruzione della tensione, con i testi di Sokolow che assumono un taglio urgente e colmo di ribellione prima di esplodere: “Don’t raise your voice and interrupt me when I’m speaking/ I’m a person too you know, I’ve got things to say, I’ve got fucking feelings!” (“Non alzare la voce e non interrompermi mentre parlo/ Sono anch’io una persona, sai, ho delle cose da dire, ho dei ca**o di sentimenti!”).
La vulnerabilità di Sokolow risplende in tutto l’album, i suoi testi mettono a nudo le sue emozioni, anche se in origine non era previsto che sarebbero stati ascoltati da un pubblico: gran parte dell’album è nato nell’intimità della sua camera da letto, non in uno studio, particolare che conferisce a questo lavoro una dimensione molto personale. L’intero album Real Deal è stato registrato dal vivo con il produttore nominato ai Grammy Claudius Mittendorfer (Parquet Courts, Sorry, Interpol), che ha abilmente catturato l’essenza di una band i cui membri sono profondamente in sintonia tra loro e ognuno con se stesso. Un’istantanea di un momento tanto fugace quanto potente.