È raro saper fare qualcosa in modo veloce e farla altrettanto bene. Ma quando ti chiami Thom Yorke o Jonny Greenwood, è apparentemente un gioco da ragazzi. Ad appena nove mesi da Wall of Eyes, uscito a fine gennaio, e a un anno dal debutto A Light for Attracting Attention, i The Smile tornano con Cutouts, a riprova del fatto che si tratta molto più che di un mero progetto collaterale per prendere un po’ di respiro dai Radiohead o per dare sfogo alla straripante creatività di Greenwood. Invitando Tom Skinner (uno dei due batteristi del supergruppo Sons Of Kemet di Shabaka Hutchings) a unirsi a loro durante la pandemia, mentre Ed O’Brien e Phil Selway si dedicavano ad altre attività, Greenwood e Yorke hanno creato un trio prolifico pronto ad esplorare nuovi territori musicali.
Se A Light for Attracting Attention era immerso nella stessa malinconia dei Radiohead e poteva idealmente fungere da collegamento con il loro ultimo album, A Moon Shaped Pool (2016), il colorato Wall of Eyes iniziava a tracciare altre traiettorie, avvolgendosi nel calore del soul e della bossa. Cutouts sembra andare ancora altrove, pur rappresentando una sintesi dei due album. Si concentra sulle chitarre, siano esse folk o più rock, piantando i semi della sperimentazione free-jazz, o di brani elettronici morbidi e chiaramente ballabili, o ancora di texture più asciutte e organiche. Il tutto è declinato con una grammatica musicale al tempo stesso complessa e disinibita, dove lo spazio sonoro si dilata e si allenta, e dove gli universi più contraddittori si susseguono, creando un vero marchio di fabbrica.
L’album si apre con gli strati leggeri di Foreign Spies, mentre la ballata folk Instant Psalm contrasta con gli archi della London Contemporary Orchestra. Poi arriva il pezzo forte dell’album, Zero Sum, con Greenwood che suona in staccato e utilizza al massimo il delay, mentre Yorke sciorina i suoi tipici criptici testi. Successivamente, le chitarre suonano come mandolini nell’ipnotica Colours Fly, in contrasto con i synth di Don’t Get Me Started, che ci trasportano in un disco club, prima che la coinvolgente No Words, con il suo riff diabolico e l’energica sezione ritmica, ci attiri con la sua potenza. Bodies Laughing fa calare il sipario con la stessa delicatezza con cui si è alzato, con quella bossa leggera diventata ormai familiare.
Se si ha l’impressione che alcuni dei brani dell’album non sarebbero stati fuori posto in Wall of Eyes, è perché Cutouts proviene dalla stessa pozione magica, cucinata nello stesso calderone, il che spiega perché è stato pubblicato così rapidamente. Il titolo, molto ironico data l’alta qualità della produzione (“cutouts” si riferisce ai ritagli di studio), lo chiarisce fin dall’inizio: i dieci brani sono stati registrati durante le sessioni di Wall of Eyes nei leggendari studi di Abbey Road e Oxford, con Sam Petts-Davies che ha sostituito il produttore abituale Nigel Godrich. Alcuni dei brani erano già stati suonati dal vivo due anni fa, nell’estate del 2022, come Colours Fly e Bodies Laughing, e altri (i singoli, ovviamente, ma non solo) durante il loro recente tour.
Il tour, iniziato a marzo e che avrebbe dovuto attraversare l’Europa, è stato purtroppo interrotto a metà strada, perché a luglio Greenwood è stato ricoverato in terapia intensiva a causa di una grave infezione. Da allora non è stata aggiunta alcuna data. Tom Skinner ha continuato il suo tour estivo di festival jazz per presentare Voices of Bishara, il suo primo album come leader, pubblicato nel 2022. Mentre Thom Yorke è partito per una serie di date da solista in Australia, Nuova Zelanda e Giappone, per presentare la sua intera carriera. Forse stavolta dovremo aspettare un po’ di più per rivedere questi tre artisti assieme sul palco, o per il loro quarto album. Ma l’attesa verrà di certo premiata.